La basilica di San Francesco è tra le più importanti chiese di Siena, situata in piazza San Francesco. Eretta nel XIII secolo in stile romanico fu ingrandita nei due secoli successivi nell’immensa struttura gotica attuale. Conserva al suo interno la pisside con le Sacre Particole.
I francescani arrivarono a Siena immediatamente dopo la morte di san Francesco d’Assisi, avvenuta nel 1226. Tra il 1228 e il 1255 si registra la costruzione di una prima chiesetta nel sito in cui ora sorge la basilica. L’edificio attuale fu costruito tra il 1326 e il 1475 in forme gotiche, ingrandendo una chiesetta preesistente. Nel Quattrocento prese parte al progetto forse Francesco di Giorgio Martini. Nel 1655 un incendio rovinò la chiesa, lasciandola malridotta per oltre due secoli: vennero infatti attuati pessimi restauri e aggiunte barocche poco amalgamate. Nel 1763-1765 si provvide alla costruzione del campanile attuale, su progetto di Paolo Posi.
Le operazioni di restauro iniziarono alla fine del XIX secolo, quando Giuseppe Partini ripristinò l’interno (1885-1892) e Vittorio Mariani e Gaetano Ceccarelli sostituirono la malridotta facciata medievale con quella attuale (1894-1913).
Il miracolo delle Sacre Particole
Il 14 agosto 1730 venne rubata dalla basilica una pisside con 351 particole (ostie) consacrate. Tre giorni dopo, il 17 agosto, le particole vennero ritrovate nella cassetta delle elemosine della vicina chiesa di Santa Maria di Provenzano (non si conoscono i motivi del furto, né della restituzione da parte del ladro). Durante la messa, al momento dell’elevazione, un chierichetto si fermò davanti a una cassetta per elemosina e scorse del bianco; aperta, vi furono trovate le ostie. Per motivi igienici venne deciso di non consumare le particole, in quanto la cassetta in cui vennero ritrovate era piena di polvere e ragnatele. Le ostie vennero riportate il giorno dopo con una grande processione in San Francesco. I fedeli chiesero di conservare le particole per poterle adorare a fini riparatori. Le ostie vennero messe prima in un corporale poi, dopo la visita canonica del Padre Generale, in una nuova pisside fatta sigillare. Dopo circa trent’anni, la pisside fu aperta e si constatò che le ostie erano integre e intatte; non ci si pose il problema, fu chiusa e posta nel tabernacolo. Circa 12 volte fu fatta questa operazione. Dopo oltre 280 anni le particole sono ancora integre, a dispetto della loro normale natura a ridursi in poltiglia e polvere entro circa due anni. Nel 1914, al momento della riapertura, ci si meravigliò che le ostie fossero ancora intatte. Analisi chimiche e biologiche effettuate nel 1914 dimostrarono come le particole erano ancora composte da farina di pane azzimo, inalterate nell’aspetto, prive di batteri, acari e muffe, che invece avevano attaccato le pareti interne della pisside che le conteneva. Si gridò al miracolo. La Chiesa cattolica attribuisce questo fenomeno soprannaturale alla reale presenza del corpo di Gesù Cristo nelle particole consacrate, in accordo con il dogma eucaristico. Questo è un miracolo permanente, in quanto le ostie non sono una reliquia di ciò che avvenne nel 1730, ma la presenza reale di Gesù Eucarestia ancora oggi (perché il pane è fresco).
Le particole sono conservate in inverno e in estate in due cappelle diverse all’interno della basilica, rispettivamente nel transetto destro e sinistro. Delle 351 particole originarie ne sono rimaste poco più di 200, “non perché – come scrive Vittorio Messori – quelle che mancano siano state distrutte dal tempo ma perché, fra le tante ‘prove’ eseguite, ci fu anche il comunicare con esse delle persone che ne saggiassero il gusto. Che è risultato, esso pure, non alterato”.
Il 10 settembre 2014, a cento anni dall’ultima analisi, è stata effettuata una nuova ricognizione sulle ostie, che “conferma che le Sacre Particole conservate nella basilica di San Francesco, a Siena, si stanno ancora mantenendo miracolosamente intatte, contro ogni legge naturale”.